Perché abbiamo tutti bisogno di più brand activism nel 2021 – e come farlo funzionare al meglio

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Il continuo saliscendi dell’anno scorso ci ha spinti a rivedere il modo in cui facciamo business. I grandi marchi possono avere un impatto concreto, oltre a perseguire il profitto?
Impossibile negare la transizione verso il brand activism – trend in continua crescita.

Lo scorso anno, a seguito delle campagne di sensibilizzazione sulla violenza da parte della polizia e del movimento Black Lives Matter, molti brand hanno espresso apertamente il proprio sostegno a favore dell’uguaglianza razziale. Alcuni sono stati elogiati per le loro azioni – marchi come Ben & Jerry’s Ice Cream, che hanno denunciato la cosiddetta White supremacy – altri sono stati criticati per le reazioni opportunistiche o per la palese ipocrisia aziendale. Le persone si aspettano che i marchi assumano delle posizioni in merito alle problematiche sociali ed ambientali, con grandi aspettative sull’impegno e la responsabilità sociale aziendale. Nascondersi dietro la politica e l’etica non è più possibile, specialmente per i marchi che interagiscono direttamente con i consumatori. Di questi tempi il silenzio è visto come un atteggiamento noncurante o tollerante nei confronti di dinamiche sociali ingiuste.

Gli incentivi finanziari sono un fattore propulsore per la crescita del brand activism – e i consumatori ne tengono conto quando scelgono dove acquistare. Secondo un sondaggio condotto da Edelman, il 60% degli americani in generale considera il sostegno al movimento BLM un fattore nelle proprie decisioni di acquisto, e oltre il 70% dei millennial e dei Gen Zers vuole che i marchi assumano posizioni decise sui temi importanti. Un’altra faccia di questo cambiamento è rappresentata dalla capacità dei marchi di creare una connessione con i propri clienti attraverso le piattaforme di social media. I marchi in contatto con i clienti hanno aggiunto più dimensioni alle loro proposte e personalità di marca e non possono più permettersi di rimanere in silenzio o neutrali. In altre parole, le persone nutrono forti aspettative sui brand come motori di un cambiamento positivo.

I consumatori si aspettano che i marchi si impegnino al meglio delle loro possibilità. Da uno studio del 2020 emerge che, secondo i consumatori, i marchi dovrebbero spingersi oltre le dichiarazioni e i gesti simbolici per intraprendere azioni concrete e lanciare iniziative reali – un dato che, ancora una volta, risulta ancora più marcato tra i millennial e i Gen Zers.

Considerati questi fattori, ecco alcuni modi per rendere il brand activism più efficace:

1. Il cambiamento parte da dentro: inizia dalla cultura della tua azienda

In molti casi le pratiche interne e la cultura aziendale hanno più potere delle parole. Prenditi il tempo per definire tutti i valori importanti che desideri abbracciare con la cultura della tua azienda. E non sottovalutare l’importanza della prospettiva dei dipendenti. Recenti sondaggi hanno dimostrato che l’ipocrisia e il perbenismo che ruotano intorno alla diversità e all’uguaglianza possono danneggiare la reputazione di un marchio. Il 60% dei consumatori afferma che i marchi dovrebbero parlare apertamente di questi temi solo se hanno messo in atto forti politiche interne. In diversi casi la posizione di un’azienda e l’effettivo ambiente di lavoro e le pratiche adottate viaggiano su binari diversi, come emerge dalle testimonianze dirette dei dipendenti che circolano sui social media e sui giornali.

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2. Attenzione a come ti muovi: il segreto è essere autentici.

Immagina di essere un marchio di bacon. Sarebbe appropriato se partecipassi al #MeatlessMonday? Un’azienda di fast fashion dovrebbe parlare a sostegno dei coltivatori di cotone? La risposta sta da entrambe le parti. Ogni marchio ha il suo posizionamento unico, e il brand activism dovrebbe derivare da un impegno a lungo termine in nome di cause specifiche. Qualsiasi dichiarazione precipitosa di sostegno può risultare insincera o come un voler approfittare del momento. Una buona proposta di marchio dovrebbe essere rilevante, coinvolgente e stimolante. Esplorando la tua proposta di marchio, puoi trovare le giuste storie e connessioni con le cause sociali che desideri sostenere. La chiave? Sii coerente e rimani fedele ai tuoi valori fondamentali.

3. Confrontati: non aver paura di interagire con i tuoi clienti

Un concetto semplice come la comunicazione con i tuoi clienti può effettivamente fare la differenza nella percezione del tuo brand activism. Coinvolgere i clienti significa ascoltare e valorizzare la loro opinione. Questa pratica dimostra che sei disposto a lavorare con loro a favore del progresso – invece di rilasciare dichiarazioni non informate dall’alto.

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4. Affidati agli esperti: rivolgiti a dei professionisti per attuare cambiamenti

Nessun marchio conosce tutte le risposte. Affidandoti a dei professionisti potrai far raggiungere nuovi traguardi al tuo brand, passo dopo passo, e pianificare nuove iniziative. Il brand activism richiede sinergie di alta gamma tra marketing, HR e management – potrebbe quindi richiedere una riorganizzazione generale. Molte aziende, per esempio, hanno assunto un Chief Diversity Officer in segno del loro impegno verso il raggiungimento di un’effettiva uguaglianza sul posto di lavoro. Anche un’azienda multiculturale come Datawords Group può offrire informazioni strategiche e indicazioni guida per i marchi che cercano di migliorare i loro standard di diversità ed inclusione. Quindi non esitare: contattaci!

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